La storia della vite è un sentiero lungo e tortuoso da cui è difficile capire che strada si è fatto e nella giusta sequenza.
Attualmente in base alle informazioni generali che abbiamo sulla storia del vino, il commercio via mare ebbe il suo sviluppo con i Fenici, abilissimi navigatori e costruttori di navi.
Le anfore fenicie, molto simili a quelle cananee, sono sempre presenti nei ritrovamenti archeologici dei mari occidentali. Successivamente anche i Greci, lentamente, iniziarono a svegliarsi nel corso del IX secolo a. C., grazie ai frequenti contatti che stabilirono in quel periodo con le coste dell’Asia Minore, della Siria e con le regioni caucasiche del Mar Nero.
L’attività commerciale, iniziata nel mare Egeo, si sviluppò successivamente nel mare Ionio e nel mare Tirreno, molto spesso sulle rotte e verso gli stanziamenti dei Fenici in Occidente. Seguendo un cammino cronologico la commercializzazione del vino si diffuse verso Occidente, favorito anche dagli Etruschi, che ne permettono il mito del vino, come testimoniano i numerosi ritrovamenti di kylix (coppe destinate al consumo del vino) nei simposi dedicati a Dionisio. Dato il carattere ideologico-religioso del consumo del vino nel mondo classico, il servizio simposiaco, costituito dalla ceramica attica e da vasellame bronzeo etrusco, era destinato esclusivamente alla preparazione e consumo del vino durante il banchetto. La ricchezza dei reperti antichi relativi ai vari recipienti per il vino, è in gran parte dovuta ai ritrovamenti di questi suppellettili nelle tombe degli uomini, come indicatori di status sociale.