La storia ci dice che il sughero veniva utilizzato dagli antichi Greci già nel V secolo a.C. per la chiusura dei contenitori. Questa abitudine deriva dalla scoperta, avvenuta oltre 2500 anni fa, delle proprietà principali del legno ricavato dall’albero di sughero o sughera.
Tra le caratteristiche del sughero abbiamo:
- Ermeticità: legata alla presenza della suberina, una sostanza organica che costituisce la maggior parte della membrana cellulare del sughero. è insolubile, inerte, flessibile e plastica. Inoltre, non trasmette odori e sapori sgradevoli alle sostanze con le quali viene a contatto.
- Elasticità: consente una perfetta aderenza con il collo della bottiglia in poco tempo rispetto alla tappatura, impedendo perdite di liquidi. I tessuti di cui è composto il sughero sono poi impermeabili; le cellule non sono comunicanti tra loro. Per questo motivo il vino a contatto col sughero penetra nel tempo solo per pochi millimetri (a seconda ovviamente della qualità e partita del tappo).
- Tempo: un tappo di sughero ha una vita di circa 15-20 anni garantendo una durata ottimale. Dopo questo periodo, può perdere elasticità ed è consigliabile una ritappatura. Non sono rari i casi di vini conservati perfettamente per lungo tempo con il tappo originale.
I tappi di sughero furono diffusi nell’enologia dalla Francia, a partire dalla seconda metà del XVII secolo. Un merito speciale è da attribuire sicuramente al papà dello champagne, Pierre Dom Pérignon, famoso monaco benedettino e inventore del tappo per “imprigionare” il vino frizzante e il gas contenuto nel liquido.
A causa della sovrapproduzione dei tappi si sta portando la produzione mondiale verso l’esaurimento e la domanda sorge spontanea.
ESISTE UN TAPPO CHE RIESCA A SOSTITUIRE IL COMUNE SUGHERO PUR MANTENENDO LE SUE CARATTERISTICHE ?
Ad oggi il tappo Stelvin che dal resto del mondo è sbarcato in Italia prepotentemente, si prende una buona fetta nei vini da pronta beva e non solo.
Cos’è? Si tratta di una capsula in alluminio da svitare, con all’interno un fondello in lega di stagno che permette di trattenere al suo interno una bolla di azoto. La bottiglia è completamente sigillata, che è consigliabile aprirla una mezz’ora prima della degustazione per permettere al vino di ossigenarsi.
Il vino non saprà mai di tappo, preserverà integri i profumi voluti dal produttore e faciliterà lo stoccaggio delle bottiglie sempre in posizione verticale.
Quindi è un tappo perfetto? Meglio spiegarci: un vino è materia viva che nasce, cresce e muore ma soprattutto che evolve continuamente. Il tappo di sughero permette questa evoluzione mentre il tappo Stelvin no.
Quindi, se vogliamo bere un prodotto di cui devo assaporare tutta la fragranza del vino, il tappo Stelvin sarà la perfezione.
Se vogliamo bere un vino sapendo com’era dieci anni fa e come si è evoluto nel tempo il sughero è necessario.
Probabilmente come in tutte le cose, perché non usarli entrambi? Alla fine non esiste il tappo perfetto, ma esiste il tappo più adatto per ogni vino. Vengono i brividi a pensare ad un mondo senza più il magico rito dell’apertura della bottiglia, ma se sfortunatamente dovesse succedere vorrà dire che faremo diventare romantico anche il momento della stappatura di un tappo Stelvin, polso permettendo.
Credi possano coesistere insieme questi tappi o preferisci l’uno a l’altro ?